Questa mattina presso la sala de Notari di palazzo dei Priori si è tenuta la cerimonia di ringraziamento del Corpo di Polizia Penitenziaria da parte dell’amministrazione comunale. All’incontro hanno partecipato il sindaco Andrea Romizi e l’assessore alla protezione civile Luca Merli, alla presenza delle massime autorità civili e militari della città.

Ad aprire l’incontro sono state le parole del nuovo Prefetto di Perugia Dott. Armando Gradone.

“Stare in un luogo come questo – ha detto – è motivo di grande soddisfazione perché si tratta di un luogo ricco di storia e perché apprezzo molto l’omaggio che la città vuole attribuire al personale della polizia penitenziaria. Un gesto molto bello, perché in questi mesi difficili per tutti non dappertutto ci siamo ricordati di ringraziare quelle categorie che, con coraggio e tenacia, hanno consentito al Paese di dare prova di compostezza e compattezza”.

Secondo il Prefetto nel periodo della quarantena l’Italia ha dimostrato al mondo intero cosa è il civismo, l’educazione di un popolo e le buone istituzioni.

E’ stato un periodo difficile, in cui abbiamo visto morire tanti dei nostri nonni, spesso senza poterli accompagnare nel loro ultimo viaggio a causa delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria; nonostante ciò il Paese ha tenuto in ogni ambito di attività (sanità, insegnamento, lavoro, sicurezza) dando una prova di sé straordinaria.

Riferendosi alla polizia penitenziaria il Prefetto ha rimarcato come il lavoro degli operatori sia particolarmente difficile perché oscuro; anche stavolta gli agenti l’hanno saputo svolgere egregiamente con onore, dignità e compostezza.

Nel consegnare il riconoscimento (fermacarte, pergamena e baiocco), rispettivamente alla direttrice del carcere Bernardina di Mario ed al comandante e vice comandante della polizia penitenziaria Fulvio Brillo e Concetta Meglio, nonché agli operatori del servizio di sanità penitenziaria Dr. Fausto Moschini e Simona Castoldi, l’assessore Luca Merli ha sottolineato che in questi mesi tutti abbiamo passato un periodo veramente “disorientante”; ciò che è accaduto ha impegnato le istituzioni, le forze dell’ordine e gli stessi cittadini  in azioni che non si era preparati a fare, soprattutto perché costretti a restare chiusi in casa senza poter compiere quegli atti, spesso banali, della quotidianità.

“In questo contesto abbiamo avuto come istituzioni il compito, difficile, di guidare i cittadini nel loro disorientamento. Ma certamente più complesso è stato il ruolo delle forze dell’ordine che sono state impegnate in maniera incessante al servizio della comunità.”.

Merli ha concordato con il Prefetto in merito all’affermazione secondo cui l’attività della polizia penitenziaria è un’attività oscura, non visibile in quanto si svolge prettamente in ambiti ristretti e non aperti al pubblico. In quegli ambiti si respira un’aria particolare, pervasa da un profondo attaccamento al senso di servizio.

“Per il modo egregio in cui è stata gestita l’emergenza covid nel carcere ritengo che tutto il personale della polizia penitenziaria si sia messo in luce in modo particolare, lavorando in modo impeccabile con senso di responsabilità e della comunità”.

Ad aggiungere ulteriori ringraziamenti a tutto il personale del carcere è stato il sindaco Andrea Romizi. “Voi – ha detto rivolgendosi alla polizia penitenziaria, ma anche allo staff amministrativo e sanitario del carcere – siete tra coloro che, in questa fase, avete affrontato grandi complessità; ciò è stato fatto con assoluta capacità riuscendo a gestire forti tensioni con buon senso e responsabilità”. E’ vero- ha continuato il sindaco – che l’attività della polizia penitenziaria si svolge principalmente al chiuso, ma ciò non solleva istituzioni e cittadini dal vedere e dal sapere cosa viene fatto dentro quelle quattro mura.

E’ proprio con questo spirito di gratitudine che il Comune di Perugia ha deciso, nel corso dell’ultima seduta di giunta, di aggiungere tra i corpi che vengono insigniti del “premio città di Perugia” anche quello di polizia penitenziaria, perché ciò è doveroso e per trasmettere all’attenzione dei cittadini il grande lavoro che questo reparto svolge.

“Il lavoro che viene compiuto nelle carceri non va disperso bensì valorizzato; è per questo che come Amministrazione e come città cercheremo sempre di starvi vicini”.

Commossa per le parole espresse dal Prefetto e per il riconoscimento ricevuto si è detta la direttrice del carcere Bernardina di Mario che, nel corso del suo intervento, ha voluto esprime tutta la sua gratitudine per la polizia penitenziaria chiamata, nel periodo del covid, a svolgere un lavoro ancora più difficile del solito.

Tuttavia il corpo della p.p. è riuscito a farlo egregiamente trovando la capacità di rimodularsi per affrontare situazioni che sembravano a prima vista insormontabili.

Se Perugia, pertanto, è stata in grado di gestire una situazione estremamente complessa senza che si svolgessero disordini ciò è per merito della polizia penitenziaria e di tutto il personale che presta servizio nella casa circondariale.

Chiusura finale dell’incontro con le parole del comandante Fulvio Brillo che ha posto l’accento su una parola specifica usata dal Prefetto, onore.

“Noi della polizia penitenziaria, infatti, abbiamo svolto il nostro lavoro con onore, impegno e spirito di sacrificio grazie all’incessante supporto della nostre famiglie, spesso chiamate a dover compiere grandi sacrifici a loro volta per l’assenza dei loro cari. Oggi a nome di tutto il corpo vorrei ringraziare l’Amministrazione per essersi ricordata di noi; noi che svolgiamo un lavoro oscuro, troppo spesso dimenticato o comunque ricordato solo quando nelle carceri avvengono fatti gravi”.

Fonte: Umbriajournal.com

Di Ufficio Stampa

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